Mozart PT8 #345

COPIATO DA WIKIPEDIA.La rinnovata familiarità con il contrappunto si manifestò inizialmente attraverso una serie di composizioni pianistiche in stile dotto: preludi, fughe, fantasie e suite (K 394, K 396, K 397, K 399 e K 401), la cui composizione avvenne spesso su impulso della moglie Constanze, che aveva una particolare predilezione per questo stile musicale ed esortava spesso Wolfgang a scrivere fughe. La perfetta assimilazione del contrappunto bachiano si manifesta pienamente nell’Adagio e fuga in do minore per quartetto d’archi K 546 (giugno 1788), che è la trascrizione di una precedente fuga per due pianoforti.Fra le opere che attestano il più alto livello di maturità raggiunto in questi anni dall’arte mozartiana, oltre alla già ricordata Messa in do minore K 427, si possono annoverare i sei quartetti per archi dedicati a Haydn (K 387, K 421, K 428, K 458, K 464 e K 465).

L’attività di pianista-compositore

Nel periodo compreso fra l’inverno 1782-83 e la primavera del 1786, i concerti per pianoforte e orchestra furono la più rilevante fonte di introiti per Mozart. In tale arco di tempo, Mozart ne compose quattordici, che lui stesso eseguì a Vienna, in veste di pianista e direttore d’orchestra, in una serie di concerti su sottoscrizione da lui stesso organizzati, riscuotendo notevole successo; nel marzo 1784 la lista degli abbonati ai suoi concerti comprendeva 106 persone, fra cui molti esponenti dell’aristocrazia grande e piccola, vari alti burocrati statali nonché gli intellettuali più importanti della città. Questo periodo di fortuna, anche economica, si interruppe dopo il maggio 1786, in coincidenza con l’allestimento viennese de Le nozze di Figaro: tale opera infatti, con i suoi fermenti di critica sociale, alienò a Mozart i favori del pubblico aristocratico e alto-borghese della capitale, il quale, da allora, iniziò a preferirgli musicisti magari meno geniali, ma artisticamente e politicamente meno inquietanti (come ad esempio Leopold Kozeluch).I più alti capolavori della serie sono il concerto in re minore n. 20 K 466, il concerto in do minore n. 24 K 491 e il concerto in la maggiore n. 23 K 488; particolarmente importanti sono anche il concerto in sol maggiore n. 17 K 453, il concerto in fa maggiore n. 19 K 459 e il concerto in do maggiore n. 25 K 503. Il concerto in re maggiore n. 26 K 537, composto nel febbraio 1788, è detto “dell’incoronazione” in quanto fu eseguito dal suo autore a Francoforte il 15 ottobre 1790 in occasione dei festeggiamenti per l’incoronazione di Leopoldo II.Il concerto in re minore K 466, eseguito per la prima volta a Vienna l’11 febbraio 1785, è oggi il più conosciuto dei concerti mozartiani ed è in assoluto fra i più eseguiti di tutto il repertorio pianistico; la sua spiccata dialettica tematica e la sua intensità di sentimento ebbero una forte influenza su Beethoven, il quale, dopo la morte di Mozart, fu uno dei primi interpreti di questo concerto e per esso scrisse anche due cadenze (rispettivamente per il primo movimento e per il finale).Fra le principali opere cameristiche di questo periodo vi sono il quartetto per pianoforte e archi in sol minore K 478, del 1785, e il quartetto per pianoforte e archi in mi bemolle maggiore K 493, del 1786; quest’ultimo è caratterizzato da un particolare slancio innovativo che fu apprezzato anche dai contemporanei; notevole anche il trio per pianoforte, viola e clarinetto in mi bemolle maggiore K 498, detto “delle boccette” in quanto, secondo la tradizione, sarebbe stato composto durante una partita a boccette fra amici. Il quintetto per pianoforte, oboe, clarinetto, corno e fagotto in mi bemolle maggiore K 452 era altamente stimato dallo stesso Mozart, che lo considerò la sua migliore composizione fino ad allora.In questi anni si collocano anche le ultime quattro sonate per violino e pianoforte: la sonata in si bemolle maggiore K 454 (21 aprile 1784) è dedicata alla violinista italiana Regina Strinasacchi; la sonata in mi bemolle maggiore K 481 (12 dicembre 1785) è notevole per il suo lirismo; a esse fanno seguito l’appassionata sonata in la maggiore K 526 (24 agosto 1787) e la sonata in fa maggiore K 547 (26 giugno 1788).La Fantasia in do minore K 475 per pianoforte solo e la sonata per pianoforte n. 14 in do minore K 457 risalgono entrambe al 1785. La sonata per pianoforte n. 15 in fa maggiore, pubblicata nel 1788, si compone di un allegro e di un andante K 533 composti nel gennaio 1788 e di un rondò K 494 composto nel 1786.La sonata per pianoforte n. 16 in do maggiore K 545 è del 26 giugno 1788, mentre la sonata per pianoforte n. 17 in si bemolle maggiore K 570 e la sonata per pianoforte n. 18 in re maggiore K 576 risalgono rispettivamente al febbraio e all’estate del 1789.Dopo aver dato impulso, con Il ratto dal serraglio, allo sviluppo del genere Singspiel, Mozart offrì un altro importante contributo alla vocalità tedesca, e in particolare austriaca, con una serie di importanti Lied per voce e pianoforte, composti in gran parte dopo il 1784. Il migliore di essi è considerato Das Veilchen K 476, del 1785, su testo di Goethe; gli altri Lieder, benché penalizzati dal divario qualitativo fra la musica di Mozart e i testi (spesso mediocri) dei letterati austriaci dell’epoca, comprendono comunque alcuni capolavori come Abendempfindung K 523, Traumbild K 530, entrambi del 1787, e Sehnsucht nach dem Frühling K 596. Il tema di quest’ultimo è sostanzialmente lo stesso che appare nel rondò finale del concerto per pianoforte e orchestra n. 27 in si bemolle maggiore K 595.

Le nozze di Figaro

Dopo il Ratto dal serraglio, e per alcuni anni, Mozart trascurò la propria vocazione di operista per dedicarsi in prevalenza alla musica strumentale; rimasero incompiute due opere buffe, L’oca del Cairo e Lo sposo deluso, entrambe del 1783.Al carnevale del 1786 risale la messa in scena del singspiel in un atto Der Schauspieldirektor, commissionato a Mozart dall’imperatore Giuseppe II – assieme all’atto unico di Antonio Salieri Prima la musica e poi le parole – con l’intento esplicito di mettere a confronto i due compositori. Le due opere furono infatti eseguite l’una dopo l’altra la sera del 7 febbraio 1786 nella tenuta imperiale di Schönbrunn, entrambe con successo.In quel periodo Mozart stava già lavorando alla composizione della commedia per musica Le nozze di Figaro, in collaborazione con il librettista Lorenzo Da Ponte (che nel 1783 era stato nominato poeta di corte per il teatro italiano). Il soggetto era stato scelto dallo stesso Mozart, il quale aveva chiesto a Da Ponte di preparare un libretto dalla commedia omonima di Beaumarchais; Da Ponte riuscì a vincere le resistenze opposte dalla censura imperiale solo attenuando i toni della polemica sociale, che nel testo di Beaumarchais è forte ed esplicita contro la classe nobiliare e a favore del ceto borghese emergente, mentre nel libretto di Da Ponte risulta molto più sfumata e indiretta. Nel luglio 1785 il libretto era pronto; la prima rappresentazione dell’opera si ebbe a Vienna il 1º maggio 1786 con un successo buono, ma non eccezionale; l’opera non convinse la totalità del pubblico e la sera della prima si ebbero sia applausi che fischi.Fra il 1786 e il 1791, le Nozze di Figaro totalizzarono a Vienna 38 rappresentazioni (per avere un termine di paragone, si consideri che Il barbiere di Siviglia di Paisiello, considerata l’opera di maggior successo nella Vienna dell’epoca, ebbe in tale città 70 repliche fra il 1783 e il 1791). Tuttavia, gli incassi di Mozart come operista durante tutto il 1786 non bastarono a compensare i mancati introiti derivanti dalla drastica riduzione della sua attività concertistica; inoltre, laddove come pianista Mozart era stato economicamente del tutto autonomo, adesso non lo era più come compositore di opere, in quanto doveva dipendere, per il loro allestimento, da impresari e direttori teatrali.Le nozze di Figaro costituiscono un momento decisivo nella storia del teatro in musica: con esse giunse a compimento l’evoluzione (avviata da Pergolesi e proseguita da Piccinni, Paisiello e Cimarosa) in virtù della quale l’opera buffa, da genere musicale considerato inferiore e popolaresco (in confronto alla pretesa superiorità artistica dell’opera seria), assurse a piena dignità estetica e divenne la più importante forma di teatro musicale, soppiantando l’opera seria grazie alla sua superiore efficacia drammatica, alla sua capacità di introspezione psicologica e alla perfetta integrazione fra testo e musica; qualità tutte che appunto in Mozart si trovano al massimo grado.Mentre a Vienna, come si è detto, l’esordio delle nozze di Figaro fu contrastato, l’opera ebbe un immediato e travolgente successo a Praga, dove fu allestita, presso il locale teatro italiano, dalla compagnia dell’impresario Guardasoni, nel dicembre 1786. Mozart, l’11 gennaio 1787, giunse assieme alla moglie nella capitale boema, dove poté vedere di persona la grande popolarità raggiunta dalla sua opera, la cui musica veniva eseguita anche nelle sale da ballo, come egli stesso narrò in una vivace lettera a un amico viennese:Il 28 maggio 1787 morì a Salisburgo Leopold Mozart; benché il suo testamento non ci sia pervenuto, appare probabile che egli abbia lasciato la quasi totalità delle sue sostanze alla figlia Maria Anna, praticamente diseredando Wolfgang.

Don Giovanni

Da Praga, Mozart rientrò a Vienna nel febbraio 1787, avendo firmato il contratto con Guardasoni per una nuova opera; della stesura del testo poetico si incaricò Lorenzo Da Ponte, il quale si basò principalmente sul libretto che poco tempo prima Giovanni Bertati aveva scritto per un’opera del compositore italiano Giuseppe Gazzaniga, avente lo stesso soggetto; Da Ponte completò il libretto del dramma giocoso Il Dissoluto punito ossia il Don Giovanni probabilmente nel giugno 1787; Mozart ne compose la musica fra l’estate e l’autunno; la storica prima rappresentazione ebbe luogo a Praga il 29 ottobre 1787.All’anno 1787 appartengono due capolavori nel genere della serenata: Uno scherzo musicale in fa maggiore K 522 (14 giugno) è una brillante satira musicale che prende di mira la mediocrità e l’incompetenza dei compositori alla moda nella Vienna dell’epoca; la Piccola serenata notturna in sol maggiore K 525 (agosto) è oggi una delle composizioni mozartiane più popolari e più universalmente note. Degno di menzione è anche l’ammirevole Divertimento per violino, viola e violoncello in mi bemolle maggiore K 563 del 1788.Il 7 dicembre 1787 l’imperatore Giuseppe II nominò Mozart kammermusicus, con una retribuzione di 800 fiorini l’anno (il suo predecessore Gluck, da poco deceduto, ne aveva presi 2000). Si trattò comunque, per Mozart, di un incarico poco impegnativo, che consistette principalmente nella fornitura periodica di musica per i balli di corte.Ancora una volta, all’entusiastica accoglienza di un’opera mozartiana da parte del pubblico praghese fece da contrappeso un assai più tiepido riscontro a Vienna, dove il Don Giovanni, allestito il 7 maggio 1788, fu un sostanziale insuccesso; l’opinione del pubblico fu che si trattasse di una musica troppo difficile, anche se parte della critica ne riconobbe subito la qualità superiore.Il Don Giovanni è comunemente considerato uno dei massimi capolavori, non solo dell’arte musicale, di tutti i tempi. Una sua caratteristica consiste nella prodigiosa compresenza di comicità e tragedia; il protagonista, Don Giovanni, figura inizialmente negativa, raggiunge in modo paradossale una statura eroica nelle ultime scene del dramma, dove il suo ostinato e coraggioso rifiuto di pentirsi (pur di fronte alla imminente prospettiva della dannazione eterna, minacciatagli dalla sovrannaturale apparizione della statua semovente del commendatore) può apparire quale emblema di rivolta laica e illuministica contro il trascendente. Il finale del secondo atto supera i limiti formali dell’opera settecentesca, realizzando l’assoluta adeguazione della musica all’azione drammatica e aprendo in questo modo la via al teatro musicale del Romanticismo.A partire dal biennio 1786-87, Mozart iniziò ad avere crescenti problemi economici; le sue entrate diminuirono complessivamente di circa un terzo rispetto al 1784, per poi calare ulteriormente nel 1788 e nel 1789; Mozart cominciò allora a chiedere denaro in prestito, come è attestato da una drammatica serie di lettere (una ventina) che il compositore scrisse al commerciante Michael Puchberg fra il 1788 e il 1791.Va detto che le finanze di Mozart scontarono anche l’effetto di una congiuntura economica sfavorevole: la guerra contro la Turchia ebbe pesanti ripercussioni sulla vita musicale viennese fra il 1788 e il 1791, portando, fra l’altro, a una drastica diminuzione generale dell’attività concertistica. Di fatto, non risulta che Mozart abbia più tenuto concerti a Vienna dopo l’estate 1788; calarono fortemente anche i guadagni che Mozart traeva dalla pubblicazione delle sue composizioni.All’estate 1788 risale la composizione dei tre ultimi capolavori sinfonici: la Sinfonia in mi bemolle maggiore K. 543 (26 giugno), la Sinfonia in sol minore K. 550 (25 luglio) e la Sinfonia in do maggiore K. 551 (10 agosto). Questa trilogia costituisce il vertice artistico del sinfonismo settecentesco; la Sinfonia in do maggiore si distingue per le sue vaste proporzioni e per l’imponenza architettonica del suo finale fugato.

Il viaggio a Berlino

La cantante boema Josepha Duschek, amica di Mozart

L’8 aprile 1789 Mozart partì da Vienna per un lungo viaggio verso la Germania settentrionale, alla ricerca di nuovi incarichi e di nuovi introiti. Fu il 10 aprile a Praga; il 12 a Dresda, dove tenne alcuni concerti in forma privata; il 20 a Lipsia, dove ebbe modo di leggere alcune partiture di Bach conservate nella Thomaskirche; il 26 fu a Potsdam, dove, a quanto sembra, non riuscì a ottenere udienza dal re Federico Guglielmo II; l’8 maggio ritornò a Lipsia, città nella quale, il 12 maggio, diede un concerto pubblico alla Gewandhaus, in cui furono eseguite due sinfonie non identificate, due concerti per pianoforte e orchestra, due arie con orchestra, cantate dal soprano Josepha Duschek, e dove probabilmente improvvisò al pianoforte; ma gli incassi della serata non furono per nulla buoni. Mozart era da tempo particolarmente legato alla Duschek, ed è possibile che fra i due ci sia stato, durante questo viaggio, qualcosa di più di una semplice amicizia.Il 19 maggio fu a Berlino, città in cui forse assistette a una rappresentazione del Ratto dal serraglio e dalla quale scrisse alla moglie di aver ricevuto incarico dalla corte di scrivere sei quartetti per archi e sei sonate facili per pianoforte (ma la circostanza che egli abbia realmente ricevuto tale commissione regia è posta in dubbio da alcuni studiosi, dato che di tale incarico non si trova traccia in nessun altro documento che non sia di mano dello stesso Mozart). Il musicista, comunque, completò solo tre quartetti per archi, i suoi ultimi, conosciuti come Quartetti prussiani (K. 575, K. 589 e K 590), che furono pubblicati postumi e senza alcuna dedica, e una sola sonata, l’ultima, la K 576.Tornò a Vienna il 4 giugno 1789; il suo viaggio era stato infruttuoso dal punto di vista economico e aveva forse avuto l’effetto di intaccare la serenità del suo matrimonio.

Così fan tutte e il viaggio a Francoforte

Il 1790 fu un anno particolarmente difficile per Mozart: la sua reputazione di eccellente compositore era ormai consolidata a livello europeo, ma in patria una parte di quello che era stato il suo pubblico ormai non lo seguiva più, anche perché Mozart non si preoccupava affatto di compiacerlo; raramente e malvolentieri, infatti, acconsentiva a scrivere musica banale, finalizzata al solo successo commerciale. La sua produzione, benché mantenesse un livello qualitativo sempre molto elevato, ebbe inoltre un vero e proprio crollo quantitativo nel corso del 1790, un’epoca relativamente alla quale il suo catalogo registra non più di una dozzina di nuove composizioni, in quello che fu il periodo di minore produttività in tutta la sua maturità di compositore. Si è ipotizzato che in questo periodo egli fosse affetto da depressione.Il 26 gennaio, al Burgtheater di Vienna, ebbe luogo la prima rappresentazione di Così fan tutte ossia La scuola degli amanti, dramma giocoso su libretto di Lorenzo Da Ponte; l’opera fu replicata nove volte nel corso dell’anno. Basata su un soggetto originale dello stesso Da Ponte, essa esprime due differenti aspetti del razionalismo illuminista: da una parte, l’amara ironia e lo scetticismo riguardo al cuore umano propri di Voltaire; dall’altra, la rivendicazione del sentimento erotico nella sua genuina naturalità, al di là delle convenzioni sociali, derivante da Rousseau.Il 20 febbraio moriva l’imperatore Giuseppe II, che era stato il più importante dei sostenitori di Mozart: con l’insediamento del suo successore, Leopoldo II, il compositore non fu più tra i favoriti presso la corte, dove le sue richieste di nuovi incarichi non furono accolte.Nel 1790 fu uno dei cinque compositori che realizzarono il Singspiel La pietra filosofale, su libretto di Emanuel Schikaneder; l’opera venne musicata, oltre che da Mozart, dallo stesso Schikaneder, da Franz Xaver Gerl, Johann Baptist Henneberg e Benedikt Schack; la prima si ebbe al Theater auf der Wieden l’11 settembre 1790. A lungo si è ritenuto che il contributo di Mozart a tale opera si fosse limitato a un solo duetto; un manoscritto ritrovato nel 1996, però, fa supporre che l’apporto del musicista di Salisburgo sia stato più consistente.Mozart non fu tra i compositori invitati a presenziare alla cerimonia di incoronazione del nuovo imperatore, che doveva aver luogo in ottobre a Francoforte; decise comunque di parteciparvi a proprie spese; nella città tedesca tenne un concerto il 15 ottobre, il cui cartellone comprendeva una sinfonia non identificata, due concerti per pianoforte e orchestra (K 459 e K 537), alcune arie e un’improvvisazione pianistica; l’esito, dal punto di vista economico, ancora una volta non fu buono.Mozart proseguì comunque il viaggio, toccando Magonza il 16 ottobre, Mannheim il 23, Monaco di Baviera il 29; in quest’ultima città, il 4 o 5 novembre suonò a un concerto in onore di re Ferdinando IV di Napoli; il 10 novembre (senza essere passato da Salisburgo) era di nuovo a Vienna; il viaggio non aveva migliorato la sua situazione economica, ma l’avere incontrato molti vecchi amici a Mannheim e a Monaco lo aveva forse aiutato a uscire dal suo stato depressivo.Alla fine di ottobre del 1790, l’impresario britannico Robert May O’ Reilly offrì a Mozart l’opportunità di soggiornare a Londra fino all’estate successiva con il compito di comporre almeno due opere teatrali, dietro un compenso equivalente a circa 3000 fiorini; non si sa per quale motivo Mozart abbia rifiutato tale vantaggiosa offerta, che avrebbe risolto gran parte dei suoi problemi finanziari: forse perché ciò avrebbe comportato una lunga separazione da Constanze (la quale, a causa della sua salute malferma, non avrebbe potuto seguire il marito a Londra), o forse perché a quell’epoca Mozart contava già con certezza su future opportunità di guadagno rimanendo a Vienna; forse, più semplicemente, Mozart non se la sentiva di emigrare all’estero, sconvolgendo la sua vita e le sue abitudini solo per inseguire delle prospettive di carriera, per quanto allettanti.

 

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