Whatsapp PT6 #283 (Ultima Parte)

  • COPIATO DA WIKIPEDIA

  • L’India è di gran lunga il più grande mercato di WhatsApp in termini di numero totale di utenti. Nel maggio 2014, WhatsApp ha ottenuto 50 milioni di utenti attivi mensili in India, che è anche il suo paese più grande per numero di utenti attivi mensilmente.Quindi 70 milioni nell’ottobre 2014, rendendo gli utenti in India il 10% della base degli utenti totale di WhatsApp.Nel febbraio 2017, WhatsApp ha raggiunto 200 milioni di utenti attivi mensili in India.
  • Israele è uno dei mercati più forti di WhatsApp in termini di utilizzo onnipresente. Secondo Globes, già nel 2013 l’applicazione è stata installata sul 92% di tutti gli smartphone, con l’86% degli utenti che ha segnalato l’uso quotidiano. La funzione di chat di gruppo di WhatsApp è utilizzata da molte famiglie israeliane per rimanere in contatto tra loro.

Concorrenza

WhatsApp è in concorrenza con numerosi servizi di messaggistica asiatici che a partire dal 2014 erano servizi come WeChat (468 milioni di utenti attivi), Viber (209 milioni di utenti attivi) e LINE (170 milioni di utenti attivi), WhatsApp ha gestito dieci miliardi di messaggi al giorno nell’agosto 2012, passando da due miliardi nell’aprile 2012 e un miliardo nell’ottobre precedente.Il 13 giugno 2013, WhatsApp ha annunciato di aver raggiunto il nuovo record di 27 miliardi di messaggi. Secondo il Financial Times, WhatsApp “ha fatto per SMS sui telefoni cellulari ciò che Skype ha fatto alle chiamate internazionali sui telefoni fissi”.

Controversie giudiziarie

La società è stata protagonista di alcune controversie giudiziarie:

  • Il 25 febbraio 2015 il giudice Luiz Moura Correia, del tribunale di Teresina, ha ordinato il blocco di WhatsApp in tutto il territorio brasiliano. La decisione del tribunale è stata confermata dopo che le autorità brasiliane, in seguito ad un’indagine iniziata nel 2013, avevano intimato alla società di rimuovere, dai propri server, alcune foto che ritraevano delle “bambine e minorenni esibite sessualmente” e di fornire agli inquirenti le informazioni relative alle persone legate alla vicenda. In seguito, la decisione è stata revocata dal tribunale stesso dopo vari ricorsi che definivano il provvedimento “sproporzionato e troppo punitivo per l’utenza.
  • Il 17 dicembre 2015 il giudice Sandra Regina Nostre Marques, del tribunale di San Paolo, ha ordinato alle compagnie telefoniche di tutto il paese di sospendere il servizio per 48 ore. La decisione è stata presa dopo che WhatsApp si era rifiutata di fornire alle autorità l’accesso ai messaggi di un sospettato legato al traffico di stupefacenti. L’invito di fornire i dati era stato notificato per ben due volte, entrambe con risposta negativa da parte della società. Mark Zuckerberg espresse la sua contrarietà alla decisione attraverso un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, lanciando gli hashtag #ConnectBrazil e #ConnectTheWorld. La decisione è stata revocata, dopo 14 ore, in seguito alla ricezione di un ricorso da parte della compagnia americana.
  • Il 26 aprile 2016 il giudice Marcel Montalvão del tribunale di Lagarto, ha diramato a tutte le compagnie telefoniche locali, di rete fissa e mobile, di impedire l’accesso all’applicazione per 72 ore. La motivazione di tale decisione è stata la mancata collaborazione della compagnia nei confronti di un’indagine contro dei trafficanti di droga. Il blocco è durato solo 24 ore.
  • Il 19 luglio 2016 il tribunale di Rio de Janeiro ha ordinato alle cinque compagnie telefoniche brasiliane MNO (TIM Brasil, Oi, Vivo, Claro e Nextel Brasil) di bloccare i servizi di WhatsApp in tutto il territorio nazionale e di multare con 50.000 reales al giorno (all’incirca 15.624 dollari) tutti coloro che non avrebbero rispettato il provvedimento. Anche in questo caso, il provvedimento era risultato dalla mancata collaborazione del servizio di messaggistica di rivelare i dati di alcuni suoi utilizzatori coinvolti in un’indagine penale. La società si è opposta a tale decisione dichiarandosi impossibilitata a collaborare dal momento che, con l’impiego della crittografia end-to-end, solo gli utenti che hanno effettivamente inviato o ricevuto messaggi possono accedere alle conversazioni. La decisione del tribunale è stata revocata dalla Corte Suprema ed il servizio è stato reso nuovamente accessibile agli utilizzatori brasiliani.

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