Steven Universe

Se, come me, negli ultimi sei mesi avete vissuto nella blogosfera, forse avete già sentito parlare di Steven Universe; oppure avete dei fratelli minori – o siete dei bambini cresciuti – e l’avete visto comparire nella sua versione doppiata su Cartoon Network.

Bene, se lo show non fosse ancora riuscito a catturare la vostra attenzione, sono qui per smentirvi, convincervi e trascinarvi a farmi compagnia (trad. piangete con me vi prego).

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Cominciamo dicendo che è un cartone per bambini e ragazzi che racchiude tanti degli aspetti positivi e divertenti del genere magico e fantascientifico.
I personaggi principali sono “gemme aliene” antropomorfe che abitano sulla terra assieme al protagonista, un ragazzino di dodici anni di nome Steven.
Ogni gemma ha le sue caratteristiche specifiche (legate sia alla cristallografia che alla simbologia dei cristalli), una palette di colori rigorosa e studiata, un’arma specifica da usare in battaglia e una personalità che corrisponde alle particolarità della propria gemma.

Questa “ipercategorizzazione” è un topos molto comune nel genere anime mahō shōjo (“ragazza magica”), soprattutto perché permette un’identificazione precisa con i personaggi da parte dei bambini – e degli adulti, non escludiamoci –, e fornisce delle linee guida semplici per la creazione di propri personaggi da inserire nel mondo astratto di preferenza.

Lo show ha quindi tutte le attrattive necessarie a un pubblico giovanissimo, ma riesce a farlo senza rinunciare alla serietà, con temi profondi affrontati con cautela ma copiosamente, e una trama appassionante, pianificata fin dall’inizio nei minimi dettagli.

Rebecca Sugar, la mente dietro Steven Universe, definisce il suo show una “storia d’amore tra fantasia e realtà”, nella quale personaggi fantascientifici s’innamorano delle cose più semplici della vita quotidiana sulla Terra – un amore personificato dallo stesso Steven.

Sugar ha cominciato lavorando ad Adventure Time, è la prima donna ad aver firmato uno show per Cartoon Network ed è nella lista del 2012 dei “30 under 30: Entertainment” di Forbes che le attribuisce il merito per molti dei migliori episodi di Adventure Time.

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Rebecca Sugar

Sugar sostiene che lavorare a quest’ultimo show le abbia fatto capire quanto sia importante essere universali…

Penso di aver potuto imparare come uno show debba essere universale. Puoi realizzarlo per il pubblico di giovanissimi, o puoi realizzarlo per il pubblico di giovanissimi e per le altre persone che lo apprezzano. Puoi inserirci più strati.

…cosa che ha sicuramente trasportato in Steven Universe. Se nel primo episodio la serie potrebbe sembrare la semplice – e divertentissima – storia di un bambino “magico” che impara a usare i suoi poteri, più avanti migra verso una trama complessa, con un’architettura studiata fin nei minimi dettagli, tanto che riguardare i primi episodi con la consapevolezza di ciò che succede più avanti rivela una serie impressionante di indizi disseminati ovunque.

Lo show ha raccolto moltissimi consensi anche per il suo modo “innovativo” di narrare soggetti LGBT+ (un atteggiamento che, si spera, diventi la norma negli anni a venire) vale a dire con semplicità, senza spiegazioni arzigogolate, senza rivendicazioni di progressismo ma soprattutto senza nascondersi.

Da un po’ di tempo a questa parte abbiamo assistito ad alcune prese di posizione da parte degli autori di cartoni animati statunitensi: da Korra e Asami di Legend of Korra, passando per Marceline e Princess Bubblegum di Adventure Time, si cominciano a vedere delle coppie LGBT+ nei media per i più giovani. Tuttavia in entrambi i casi c’erano delle riserve: le coppie erano solamente “sottintese” nel cartone animato e confermate dagli autori degli show in dichiarazioni web o interviste.[1]

In Steven Universe tutti i personaggi magici con l’eccezione di Steven sono agender che si presentano al femminile, e c’è un’ufficiale coppia fissa che, se non lesbica, possiamo sicuramente definire LGBT+. Lo show s’impegna per rendere le cose chiare, senza troppi giri di parole, ma riuscendo a mantenere il tono sereno e normalizzante dei cartoni animati. E, per una volta, “normalizzante” è proprio la parola che serviva.

Vorrei potervi dire di più a riguardo ma SPOILERS.

Lo show guadagna altri punti grazie al suo character design, che, oltre a essere tecnicamente ottimo ed esteticamente gradevole, può vantarsi di qualcosa di cui non molti altri show possono: varietà di tipi corporei, femminili e maschili.

Che si tratti di muscoli, grasso, altezza o proporzioni, questi sono solo quattro esempi di corpi proposti dallo show.

Nella storia, i corpi antropomorfi delle gemme sono solamente proiezioni delle pietre, nelle quali risiede davvero la loro coscienza. Le gemme scelgono l’aspetto della propria proiezione, e questo a mio parere è il migliore dito medio a qualsiasi tipo di body shaming esista: non si tratta di un viaggio di accettazione di un corpo considerato comunque “imperfetto”, questo è il corpo che vogliono e nel quale si sentono a loro agio, punto e basta.

Un’altra ottima ragione per guardare Steven Universe o per consigliarlo a famigliari più piccoli è la grande presa di posizione sulle figure maschili – complesse, sfaccettate, senza machismi di nessun tipo. Lo show offre ai bambini degli ottimi modelli da seguire, diversi e interessanti: le insicurezze legate alla crescita e alla scoperta della propria mascolinità sono affrontate parallelamente attraverso due personaggi, Steven e Lars, un bambino e un adolescente.

Il fatto che siano due e non uno solo già è un enorme punto a favore del programma: non c’è un solo modo di essere uomini e di crescere come uomini. Sebbene ci siano delle insicurezze in comune tra i due ragazzini, gli altri personaggi maschili dello show (per lo più adulti) offrono un panorama variegato su come si possa essere uomini a modo proprio, senza regole esterne su cosa renda “vero” un uomo.

Steven, in particolare, ha un carattere sensibile e molto dolce, è protettivo nei confronti della sua famiglia e dei suoi amici, il suo programma televisivo preferito è “Crying breakfast friends” (Gli amici della colazione piagnoni), e, soprattutto, a sua volta, piange.

Piange quando è triste, quando è felice, quando vede qualcosa di commovente o di tenero, piange quando ne ha bisogno; questo senza che nessuno metta in dubbio la sua forza o la validità dei suoi sentimenti. La gemma di Steven è il quarzo rosa, e rosa sono tutti i suoi attacchi e le sue difese magiche: in particolare, l’arma di Steven è uno scudo, e tra le sue abilità personali annovera capacità di guarigione e poteri curativi. Di nuovo, niente di tutto questo è messo in dubbio: piuttosto, è “normalizzato”.

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Questo secondo me è uno dei grandi punti di forza dello show: spesso, chiedendo più diversità nei media, ci si sente rispondere che certi concetti sono difficili da portare avanti e che se ogni personaggio avesse una storia personale “particolare” che occupa il suo arco narrativo non ci sarebbe spazio per la trama generale. Come se avere un personaggio LGBT+ nominale significhi doverlo giustificare a tutti i costi e parlare delle sue sofferenze, o avere dei personaggi dai corpi diversi e perciò realistici obblighi a inserire delle spiegazioni a riguardo nella storia: la dieta del personaggio grasso, l’allenamento in palestra di quello muscoloso, il personaggio basso che cerca a tutti i costi di crescere.

Molti programmi televisivi che s’impegnano a includere una certa diversità nei loro cast dedicano molto tempo alle storie personali dei personaggi – anche in positivo – facendo della loro particolarità l’elemento che li definisce all’interno della storia. Sebbene ci sia bisogno di ascoltare le storie di tutti, qualche volta sarebbe bello – e utile – vedere i personaggi “diversi” in un’avventura che non riguarda la loro sessualità, il loro corpo o il loro genere. Sarebbe bello non dover chiamare questi personaggi “diversi”.

Ma non ci sono più scuse, Steven Universe c’è riuscito.

Nota: Vi consiglio vivamente di guardare il cartone in lingua originale perché il doppiaggio è molto curato, mentre quello italiano purtroppo annovera delle voci molto conosciute che gli danno un tono un po’ dozzinale.

Altra nota: Nel trentesimo episodio, tre personaggi rimangono bloccati su un’isola deserta per qualche giorno. Uno dei tre personaggi è una ragazza.

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Cosa sono quei puntini sulle gambe? Peli, ecco cosa sono

Ce l’ha fatta un cartone animato, io non accetto più scuse.

[1] Marceline e Princess Bubblegum nella trama vengono dipinte come rivali che un tempo sono state amiche, ma, dopo la messa in onda di un episodio in cui la principessa rivela di dormire in una maglietta regalatale da Marceline, la doppiatrice di quest’ultima ha rivelato durante una conferenza che le due sono state una coppia in passato per poi ritrattare con un tweet.
Anche per Korra e Asami la relazione non era esplicita: l’unico indizio si trova nel profondo rapporto tra i due personaggi e nella loro decisione finale di lasciarsi tutto il resto alle spalle per affrontare un’avventura insieme; gli autori hanno poi confermato che fin dalla fine della prima stagione i loro piani prevedevano che Korra e Asami fossero una coppia.
Entrambi gli show hanno dichiarato di non poter rendere le relazioni più esplicite a causa delle controversie riguardo le relazioni LGBT+ in altri paesi e nel proprio.

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2.11.2013, 02:49

Steven Universe: una nuova serie dagli autori di Adventure Time

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Un curioso ragazzino alle prese con tre supereroine, troppe gemme e alcune ciambelle

Parlarvi delle serie che sono e che sono state è troppo poco qui ad Orgoglio Nerd, molto più interessante è parlarvi di quelle che saranno, e in particolare quelle che hanno delle buone possibilità di rivelarsi originali e divertenti.

Quella che vogliamo proporvi oggi è una serie d’animazione che sarà, molto presto, prodotta e mandata in onda da CartoonNetwork sotto il titolo di “Steven Universe”. Ha debuttato con un pilot di 7minuti, il quale è stato pubblicato sul sito di Cartoon Network a maggio e mostrato al San Diego Comic-Con quest’estate e ha subito incantato il pubblico. Nato dalla penna di Rebecca Sugar, autrice e storyboard artist della famosissima serie Adventure Time, il personaggio protagonista, Steven, è in realtà ispirato al fratello di Rebecca. L’idea è infatti quella di interpretare in chiave fantastica e umoristica quel periodo della vita in cui “si è felici perché si riceve tutta l’attenzione possibile, ma allo stesso tempo si vuole crescere e smettere di essere il fratellino piccolo”.

Ma Steven Universe non parla solo di un ragazzino che vuole crescere, parla di un ragazzino che fa parte di un gruppo di eroi dotati di poteri speciali che salvano il pianeta sconfiggendo terribili mostri. E vuole crescere. Anzi, è fondamentale che Steven cresca perché finchè non sarà grande abbastanza non potrà essere un eroe. Ma andiamo per ordine, Steven è una delle Crystal Gem, ovvero un team di supereroi di cui il protagonista è il componente più piccolo, l’unico maschio e l’unico che non ha ancora scoperto i propri poteri. Ognuna delle Crystal Gems ha una gemma incastonata nel corpo, che le da un determinato potere: Garnet, la leader forte e tranquilla quanto misteriosa e poco loquace, ne ha due rosse sui palmi delle mani; Amethyst, la componente più allegra e alla mano del gruppo, a cui piace mangiare e dormire, ne ha una viola sul petto; Pearl, l’intellettuale e stratega, più socievole e giocosa delle altre, ne ha una blu sulla fronte e infine Steven ne ha una rossa sull’addome Questi tre curiosi personaggi sono come sorelle maggiori per Steven, all’inizio del pilot infatti il protagonista le sta aspettando annoiato e frustrato, mangiando patatine sul divano della loro casa a forma di gemma, e arredata con gemme varie ovunque (non si può dire che non siano coerenti), quando le altre tre Crystal Gems si materializzano nel mezzo del salotto tramite una sorta di portale-gemma decorato con gemme incastonate (non l’avreste mai detto). Sono di ritorno da una missione, a cui Steven non è potuto andare perché ancora troppo piccolo e privo di poteri, e hanno portato con se un piccolo oggetto luminoso che attira l’attenzione dell’intraprendente ragazzino. Ma quando Steven viene mandato a comprare ciambelle al negozio di fronte ed è costretto a rispondere alle provocazioni del commesso, le cose si mettono male per il pianeta e Steven dovrà trovare il suo vero potere per salvare il mondo. Caotico vero?

L’ideatrice di StevenUniverse lavora anche ad Adventure Time, ma probabilmente guardando quei pochi minuti di pilot ve ne sareste accorti da soli. L’influenza della serie animata più famosa in tv è abbastanza evidente nello stile dell’animazione, nella caratterizzazione dei personaggi e nella trama. Tuttavia per ora non ne risulta un effetto “brutta copia” , anzi, l’atmosfera un po’ in stile Adventure Time è piacevolmente familiare. I personaggi non sono particolarmente originali o bizzarri (nel loro contesto) ma formano un team eterogeneo che potrebbe portare a grandi cose. È difficile e azzardato giudicare una nuova serie da pochi minuti di pilot, ma vogliamo consigliarvi di tenerla d’occhio. In particolare a partire dal 4 novembre, quando andrà in onda su Cartoon Network il primo episodio, intitolato “Gem Glow”, in cui Steven scoprirà che il suo sandwich gelato preferito, il Cookie Cat, non verrà mai più prodotto,cosa che porterà a sviluppi inaspettati. Se decidete di dare un’occhiata a Steven Universe fateci sapere cosa ne pensate!

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