Pang Adventures

Noto come Buster Bros. in America e Pomping World in Giappone, la serie Pang di Mitchell Corporation e Capcom nasce nel 1989 dalle ceneri del meno conosciuto Cannon Ball della Hudson Soft.

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Le regole del gioco sono molto semplici e allo stesso modo originali: l’obiettivo è distruggere dei palloni colorati in schemi sempre differenti con un arpione chiamato “pungiglione”. Quando le sfere vengono colpite, si scompongono in due più piccole, fino a scomparire una volta raggiunta la dimensione minima. Il protagonista può sparare solo in alto e solo un arpione per volta, che sparisce quando tocca una qualsiasi cosa. Le palle scoppiano sia toccando l’arpione stesso, che la corda lasciata da quest’ultimo, la quale può fungere anche da copertura. È imperativo schivare i globi colorati, poiché una sola collisione porterà il giocatore alla sconfitta.

Pang Adventures prende di peso il concept dell’originale e lo farcisce con nuovi contenuti e una grafica modernizzata a dovere. DotEmu e Pastagames non si sono piegate agli standard moderni del free-to-play, e hanno deciso di proporre la sua creatura a 2,99€ (senza acquisti in-app) mantenendo intatta la struttura tipicamente arcade della saga, anche perché, per chi non lo sapesse, il titolo era nato per i cabinati.

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Benché non sia celebre quanto altri giochi coin-op, e nonostante ritenessimo che la serie avesse già detto tutto nelle sue prime incarnazioni vista la lunga assenza sulla scena, Pang Adventures riesce non solo a meritarsi il nome dell’originale nel titolo, ma anche e soprattutto a superare la qualità dei predecessori. L’esperienza di gioco trasuda nostalgia da tutti i pori, ed è capace di offrire un intrattenimento di spessore sulle piattaforme mobili (e non solo, visto che Pang Adventures è disponibile anche su PlayStation 4, Xbox One e PC).

Rompi sfere di professione

Il gameplay non ha subito nessuno stravolgimento, e la transizione sul touchscreen è stata indolore: ci si può muovere a sinistra e a destra con i due pulsanti a schermo, mentre la pressione sull’apposito bottone consente di sparare con l’arpione (volendo il gioco supporta i gamepad). La peculiarità del gioco sta nell’impossibilità di saltare. Pertanto si è costretti ad evitare con meticolosità ogni pericolo e a conoscere perfettamente la propria arma e le sue dinamiche.

Le novità introdotte, non moltissime ma di spessore, vertono perlopiù sull’espansione del gioco originale, con nuove tipologie di armi (lanciafiamme e le stelle ninja, giusto per citare due esempi), nemici, livelli e nuove situazioni di gioco le quali cercano di valorizzare al meglio tutte queste idee. Gli oltre cento stage disponibili sono caratterizzati da sfere di colori e movimenti diversi, e soprattutto di tipologie diverse, come quelle esplosive, elettrizzanti e addirittura infuocate.

È interessante constatare come gli sviluppatori si siano impegnati con il level design, offrendo livelli dal sapore action affiancati ad altri che prevedono una minima parte di puzzle solving, con altrettanti che presentano persino dei boss, senz’altro divertenti ma veramente poco differenziati l’uno dall’altro.

Il rischio noia e ripetitività, per la sua natura arcade e rétro, purtroppo c’è sempre, e se la formula non saprà rapirvi difficilmente riuscirete a completare tutta l’avventura. L’offerta contenutistica garantisce però due modalità oltre alla classica Tour Mode: la prima, denominata Score Mode e sbloccabile dopo aver completato la Tour Mode, vi invita a completare l’intero gioco con tre sole vite, senza possibilità di continuare.

La Panic Mode è invece la punta di diamante, una sorta di survival molto divertente nella quale le bolle colorate vengono generate costantemente e in maniera casuale, e lo scopo è sopravvivere il più a lungo possibile. Una delle mancanze più grandi a livello contenutistico è la cooperativa, presente invece nelle edizioni console e PC.

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Concludendo, l’aspetto grafico è stato notevolmente pulito e potenziato, con dei protagonisti che sembrano uscire da un episodio dei Pokémon. Lo stile non sarà dei più ispirati, ma il colpo d’occhio è molto piacevole e coerente con i predecessori. Possiamo quindi ritenerci più che soddisfatti su questa prima operazione di rinfresco realizzata da DotEmu e Pastagames.

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