Iro Marines

Fermati, accovacciati e crepa!

Iron Marines prende la strategia in tempo reale, quella fatta di risorse, unità da spostare ed avamposti da conquistare, e la contestualizza nell’ambiente mobile, semplificandone l’interfaccia e le dinamiche.

Riguardo alla storia, non c’è molto da dire: un’invasione di mostri ha colpito una colonia mineraria umana, e gli unici in grado di fermare le disgustose creature sono gli Iron Marine, una squadra d’élite composta da soldati, robot e alieni mistici.

La base ludica si ispira, in particolar modo, ai classici di Blizzard, visto che si impersona un eroe, dal sistema di sviluppo persistente, che sfoggia una rosa di due abilità attive e una passiva. Ogni missione vanta obiettivi diversi, ma la struttura rimane quasi sempre la medesima: dai vari accampamenti possono essere prodotte delle torri difensive e delle unità, al costo di Etherium, una valuta che si accumula nel tempo, e che può essere raccolta di tanto in tanto nella mappa, solo una volta per punto specifico.

Dimenticate quindi il ruolo del contadino, del bracciante che raccoglie legna, pietra e oro, perché Iron Marines si focalizza sui combattimenti, incentrati sulla morra cinese: esistono combattenti che se la cavano meglio contro altri, e meno con altrettanti, cosa che vi porta a studiare le peculiarità di ciascun nemico. I punti di comando sparsi per il livello consentono di aumentare il limite massimo di truppe, un valore che, in ogni caso, rimane sempre esiguo.

Il movimento è quanto di più elementare possiate mai immaginare: basta “toccare” i soldati per selezionarli, ed è sufficiente tracciare una linea, semplicemente trascinando il proprio dito sullo schermo, per muovere ogni unità. Un doppio tocco consente di attivare il selezionamento multiplo, in modo tale da formare armate da spostare tutte all’unisono. L’importante è muoversi con criterio, e selezionare sempre un obiettivo da abbattere, perché difficilmente le unità agiranno di loro spontanea volontà.

La varietà dei nemici non manca affatto, così come quella della propria milizia: le tre categorie di soldati schierabili, Esercito, Mech ed Empyrean, si suddividono in ulteriori classi, nove in totale, tutte contraddistinte dalla rigenerazione automatica della vita.

La novità sta nell’opzione di poter cambiare disciplina al volo: ciò significa che, ad esempio, schierando un’unità Empyrean di tipo Guardiano, caratterizzata da un costo fisso di Etherium, potremo cambiare in Psichico in qualsiasi momento, dopo un’attesa di qualche secondo in battaglia. La possibilità di variare la classe delle truppe, senza doverne fabbricare di nuove, dona alle dinamiche di gioco parecchia vitalità e strategia, in special modo se si considera l’alto livello di sfida.

Perché, per la cronaca, Iron Marines è un gioco difficile, anche alla difficoltà normale, eppure mai troppo ingiusto. Dietro la costruzione delle missioni si nasconde una grande attenzione nei riguardi del bilanciamento, l’aspetto per il quale la società è diventata così famosa e apprezzata. Avremmo solo preferito che fossero stati introdotti dei punti di controllo nelle missioni complesse, per alleggerire un pochino lo stress delle fasi più difficili.

Sia chiaro: rigiocare le missioni precedenti vi permette di guadagnare Tecnopunti aggiuntivi, spendibili nell’enorme albero di abilità che va a potenziare praticamente ogni elemento della progressione, ma senza un piano tattico, e senza la conoscenza delle unità e dei nemici, la vittoria non sarà mai nelle vostre mani.

Le sfumature che compongono la formula prevedono poi l’acquisto, con i Crediti, di poteri consumabili, come bombe e mine, mentre il lato contenutistico sfoggia anche una serie di incarichi secondari, denominati Spec Ops, tramite i quali sarà possibile potenziare ulteriormente il proprio esercito, raggranellando ulteriori Crediti e Tecnopunti. Si contano in tutto 14 missioni principali e 10 secondarie, per un totale che vi porterà via massimo una decina di ore, passate tra la spensieratezza e l’impegno, difendendo avamposti, sconfiggendo basi avversarie, e distruggendo enormi boss, sotto tre difficoltà diverse.

La grafica peraltro è una delizia, citazionista ma carismatica, e soprattutto estremamente chiara, tanto da renderlo giocabile anche sui dispositivi più piccoli. La cornice fantascientifica gli calza a pennello, e non fa rimpiangere l’assenza del fantasy, tipico di Kingdom Rush.

L’unico, serio deterrente dell’ultima fatica di Ironhide risiede nel modello di monetizzazione, che potrebbe deludere più di un acquirente. In pratica, siamo davanti al classico prodotto venduto a prezzo ragionevole, 4,99€ per la precisione, una cifra che non esclude la presenza delle microtransazioni, divise in due parti: la prima rivolta all’acquisto di crediti aggiuntivi, assolutamente opzionali visto che se ne guadagnano a sufficienza, l’altra per reclutare nuovi eroi. Iron Marines ve ne offre tre compresi nel prezzo, mentre i restanti sei vanno acquistati, e i costi spaziano dal più economico di 3,19€, al più costoso che tocca i 7,49€: sono obiettivamente cifre esagerate, talmente alte da superare persino il costo del gioco completo, e, in tutta sincerità, gli eroi iniziali cominciano a star stretti dopo un paio dimissioni, dato che quelli a pagamento vantano delle abilità più varie. Peraltro, compare una sezione nella quale si può guardare della pubblicità per ottenere (pochi) crediti extra.

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